Billie Holiday: la carriera, la vita privata e le curiosità sulla mitica cantante jazz, una delle voci più importanti della musica nera.
Prima di Janis, prima di Aretha, prima di Ella, la voce che femminile che ha conquistato un posto di rilievo nel mondo del jazz e del blues è quella di Billie Holiday. Andiamo a scoprire le curiosità su quest’artista straordinaria, la cui storia è legata al dramma e dalla sofferenza figlia anche di una natura fragile ma al contempo molto forte.
Chi è Billie Holiday: biografia e carriera
Eleanora Fagan o Elinore Harris nacque a Filadelfia il 7 aprile 1915 sotto il segno dell’Ariete. Nata da una notte d’amore tra il suonatore di banjo Clarence Holiday e la tredicenne Sadie Fagan, crebbe solo con la madre, visto che il padre decise di continuare a suonare con le orchestre itineranti.
La sua infanzia fu ricca di dolore, anche per via del trattamento severo riservatole dalla cugina della madre, cui era stata affidata. A dieci anni venne violentata. Ancora bambina decise di raggiungere la madre a New York, dove la giovane donna lavorava, e per lavorare iniziò a prostituirsi in un bordello clandestino di Harlem.
Quando la polizia scoprì la casa chiusa, Billie venne arrestata e condannata a quattro mesi di carcere. Uscita di prigione, tornò a prostituirsi, e provò a lavorare come ballerina. Pur non essendo in grado di ballare, venne presa da un locale dopo aver mostrato il suo talento vocale. Fece così il suo debutto come cantante nei club di Harlem.
Nel 1933 venne notata dal produttore John Hammond, che decise di organizzare alcune sedute in sala d’incisione. Billie registrò così i suoi primi dischi con l’orchestra di Benny Goodman, ma non ottenne successo. Tuttavia, Hammond credeva molto in lei e le permise di lavorare con il pianista Teddy Wilson. Le sue incisioni per l’etichetta Brunswick le fecero avere i primi consensi anche dal pubblico.
Sul finire degli anni Trenta lavorò con artisti del calibro di Count Basie. Nel 1939 sfidò le discriminazioni razziali e cantò il brano Strange Fruit: il frutto in questione era il corpo di un nero ucciso da un gruppo di bianchi e appeso a un albero. La canzone divise il pubblico, ma nel 1978 venne premiata con un Grammy Hall of Fame Award.
I primi anni Quaranta furono segnati da un breve e tormentato matrimonio e dalla morte della madre. La sofferenza patita in questi momenti la portò ad assumere stupefacenti. Partì dalla marijuana ma presto arrivò all’eroina, e la sua voce ne risentì in breve tempo. Nonostante questo, riuscì a incidere lavori ritenuti capolavori come quelli con il pianista Eddie Heywood.
La morte di Billie Holiday
All’inizio del 1959 scoprì di soffrire di cirrosi epatica. Decise di smettere di bere, ma non fu in grado di tener fede alla sua promessa. Le persone che le erano vicine in quei giorni provarono a convincerla a ricoverarsi, ma senza riuscirci.
La morte dell’amico Lester Young fu un altro duro colpo in un momento già molto difficile. Il 31 maggio venne trovata priva di sensi nel suo appartamento di New York. Ricoverata immediatamente, fu arrestata per possesso di droga. Ma non si trasferì mai in carcere. La sua degenza si concluse in ospedale. Il 15 luglio ricevette l’estrema unzione, e il 17, alle 3 e 10 della notte, morì per un edema polmonare e un’insufficienza cardiaca.
Sai che…
– Billie Holiday era alta 1 metro e 65.
– Il suo soprannome era Lady Day. L’appellativo ‘lady’ deriva dal fatto che, nei primi anni di carriera, si rifiutava di ricevere le mance dai clienti facendosi infilare le banconote tra le cosce. Il nome Lady Day le fu però dato molti anni dopo dal musicista Lester Young.
– Figlia del musicista Clarence Halliday, noto come Clarence Holiday, la cantante scelse il suo nome d’arte prendendo il cognome utilizzato dal padre e il nome Billie in omaggio all’attrica Billie Dove.
– Fu tra le prime cantanti nere a esibirsi con musicisti bianchi.
– Quando cantava, portava una gardenia bianca tra i capelli.
– Cantò in Italia solo nel 1958 a Milano. Dal 3 al 9 novembre fu protagonista in un teatro di avanspettacolo, ma il pubblico non era abituato al jazz e non apprezzò il suo show, tanto che dopo soli cinque pezzi Billie fu costretta a tornare in camerino. Per cercare di porre rimedio alla spiacevole situazione, gli appassionati di jazz organizzarono un concerto ‘riparatore’ al Gerolamo, e il pubblicò stavolta la salutò con un’ovazione doverosa.
– Ha avuto tre mariti ma nessun figlio.
– Ha ispirato cantanti come Janis Joplin e la nostra Giorgia.
Di seguito Blue Moon, una delle canzoni di Billie Holiday più amate: